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LA BONINO? GRAZIE, ABBIAMO GIA’ DATO!

24/02/2014

LA “MANCATA RICONFERMA” DELL’ESPONENTE RADICALE AGLI ESTERI

Per quanto mi riguarda, posso dire che il “mea culpa” l’avevo già recitato mesi or sono, con l’articolo “Alla Bonino stare al Governo fa male“.
bonino-sorrisoEravamo a settembre 2013 e l’esponente radicale, che mesi prima (confesso!) avrei anche visto bene alla Presidenza della Repubblica, aveva suscitato non poche perplessità per quel suo muoversi secondo una logica tutta sua, non concordando né condividendo praticamente nulla di ciò che faceva. Non solo: il ministro continuava a essere clamorosamente assente nella risoluzione di situazioni che, a rigor di logica, avrebbe dovuto seguire in prima persona.
Come il caso dei nostri due Marò in India che, dopo la figuraccia con cui si era chiusa l’infausta stagione del governo Monti, avrebbe come minimo dovuto avere la priorità nell’agenda del nuovo ministro degli Esteri.
Invece no. La Bonino, prima e dopo quella data, su questo argomento ha sempre brillato per la sua assenza e solo all’ultimo (a dirla tutta, quando il rischio di essere sostituita, con la caduta di Letta, era ormai diventato più che reale) si è “agitata” a cercare un coinvolgimento internazionale che si sarebbe potuto avere ben prima.
bonino-kazakoNotevole era però stata anche la sua “non presenza” nel caso dell’espulsione della moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov; come pure “di rilievo” sarà la sua “inefficacia” nel caso dei bimbi congolesi regolarmente adottati da famiglie italiane e ingiustificatamente trattenuti in Congo (e lì, fra lei e la Kyenge, ministro italiano di origini congolesi, molti si sono chiesti chi era opportuno buttare prima a mare …).
Per contro in questi mesi il nostro ministro degli Esteri non ha esitato a prendere posizione (non richiesta) contro “il possibile utilizzo strumentale della giustizia, in Egitto, nei confronti dei Fratelli Musulmani”, a dire la sua sulla crisi siriana e a suggerire ai libici, alla vigilia dell’elezione della loro assemblea costituente, di “prendere in mano il loro destino astenendosi da inammissibili iniziative violente che comprometterebbero il loro futuro“. Forse tanto interesse per i paesi arabi del Mediterraneo era da far risalire al tentativo di trovare una soluzione all'”emergenza clandestini” che pesava sull’Italia nello stesso periodo? Macché, non si ha notizia di alcun intervento del nostro ministro diretto a fermare le partenze dei barconi verso le italiche coste. Probabilmente era troppo impegnata a baciare e abbracciare il giornalista de La Stampa, Domenico Quirico, liberato dopo cinque mesi di prigionia in Siria o a pianificare i suoi successivi viaggi.
Come quello in Iran, fatto come sempre senza nemmeno avvisare (non dico consultare) i partner europei, dove aveva esibito il velo in perfetto spregio di chi (la studentessa Neda Soltani, per esempio) era da poco stata trucidata nelle strade di Teheran mentre manifestava il proprio diritto a non indossare lo chador; bonino-maroo quello in Ghana e Senegal per fare il punto “sui dossier regionali e sulle tematiche onusiane”, per preparare il quale aveva anche delegato a un semplice funzionario la partecipazione alla riunione Europa – Asia (presenti ben 37 ministri degli Esteri di altri paesi!) svolta il 12 novembre a Delhi (Delhi, in India … è forse questo il motivo dell’assenza?).
L’ultimo viaggio, invece, dovremmo essercelo risparmiato: la Bonino avrebbe dovuto farlo a marzo, in Uruguay, per partecipare a un convegno sul tema “marijuana libera” … ovviamente senza aver condiviso né concordato nulla in Parlamento o all’interno del Governo.
Ora, è davvero da chiedersi per quale motivo Renzi ha preferito optare per un’altra soluzione per la Farnesina?

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